Fino alla sua caduta, nella prima metà del XX secolo, il vasto impero austro-ungarico deteneva il monopolio dell'allevamento di cavalli in Europa. Alla fine dell'Ottocento la sua popolazione equina superava i 2 milioni di esemplari e il paese vantava le migliori scuderie del mondo. Il più antico allevamento ungherese venne fondato nel 1785. L'Ungheria è famosa per i superbi cavalli Arabi e Babolna è diventato il centro di selezione della razza.
Dall'incrocio nelle scuderie di Babolna tra stalloni di razza araba pura e fattrici purosangue inglesi nacque lo Shagya - Arabo, oggi allevato, oltre che in Ungheria, anche in tutta l'Europa centrale e orientale.
Lo Shagya riproduce le stesse fattezze dell'Arabo, ma forse presenta una migliore impalcatura ossea ed è più robusto rispetto, per esempio, all'attuale tipo "puro" egiziano. E' un cavallo versatile da utilizzare tanto nel traino che come soggetto da sella.
Il profilo dello Shagya- Arabo è identico a quello della pura razza araba, tanto che è difficile distinguerli. Nell'insieme, comunque, lo shagya è più grosso, con una costituzione più massiccia.
Come gli arabi di pura razza, lo shagya ha 17 costole, 5 vertebre lombari e 16 caudali. Ciò determina l'attaccatura alta della coda e la caratteristica linea del dorso.
Il muso è piccolo e affusolato, la pelle particolarmente sottile. La testa è dominata dai grandissimi occhi.
L'azione dello Shagya è unica, come quella di tutti gli arabi. Sembra che il cavallo, sciolto e agile, proceda su molle.
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