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martedì 30 novembre 2010

Cavalli Hackney

HACKNEY – il principe degli attacchi.

L’Hackney rappresenta il cavallo carrozziere per antonomasia, la fierezza del suo portamento, le andature rilevate ed eleganti, la signorilità che manifesta con il suo istinto lo rende insuperabile nelle manifestazioni pubbliche. Molto diffuso in alcuni stati Europei (Gran Bretagna, Olanda) è da noi poco presente, il suo carattere fiero e pieno di fuoco lo rendono un soggetto di non facile gestione, rimanendo per i veri intenditori sempre insuperabile.

lunedì 29 novembre 2010

Endurance

Con l'Endurance si mettono in luce le doti del cavaliere e del cavallo nell'effettuare percorsi di varie lunghezze, su terreni di diversa natura, in tempi determinati (per la fase di regolarità), o nel minor tempo possibile (nelle gare di velocità), salvaguardando sempre e comunque l'integrità del cavallo, impiegando le andature adatte al terreno e le velocità conformi all'allenamento e condizione fisica del cavallo stesso.
Le gare di regolarità sono prove di addestramento, in cui si dimostra la padronanza delle velocità e delle andature, in rapporto alle condizioni del terreno e a quelle fisiche ed atletiche del cavallo. Occorre rientrare nei tempi, per i quali vengono fissati minimi e massimi consentiti.
Le gare di velocità sono prove di resistenza con cui vengono valutate la capacità sportiva e di gestione del cavaliere unitamente alla condizione fisica del cavallo. In queste gare il risultato viene conseguito in base al tempo impiegato (gare a tempo) e le classifiche sono stilate secondo l’ordine di arrivo al traguardo finale.
Sia nelle gare di regolarità sia in quelle di velocità i cavalli sono sottoposti a controlli veterinari prima della
partenza, durante il percorso e dopo l’arrivo, per salvaguardarne l’incolumità e la salute. Anche in questo caso i controlli devono rispettare parametri fissati tra un minimo e un massimo e tra uno step e l'altro della gara vengono fissati periodo di riposo obbligatori perché il cavallo si possa ristorare.

domenica 28 novembre 2010

Cdi a Stoccolma

L'olandese Adelinde Cornelissen su Jerich Parzival hanno vinto questo pomeriggio la terza tappa della REem Acra Fei World Cup a Stoccolma.
Ancora un grande giorno per il dressage olandese, il nove volte campione di dressage Anky Van Grusven si è sibito in una piacevole prova di Freestyle che gli ha consentito di mantenere il posto avanti ad Edward Gal

sabato 27 novembre 2010

Cdi a Stoccolma

Dal 26 al 28 novembre a Stoccolma c'è un altro appuntamento della Fei World Cup per il dressage.
Tra i nomi più in vista Edward Gal in groppa a Interfloor Next One e Adelinde Cornelissen assieme a Jerich Parzival, entrambi militanti per i colori olandesi.
Da non dimenticare tra i giudici il nostro Francesco Truppa, padre dell'emergente amazzone Valentina Truppa

venerdì 26 novembre 2010

Coppa Fratelli d'Inzeo

Questa domenica a Cerveteri la coppa intitolata ai fratelli D'Inzeo.
Paolo e Raimondo D'Inzeo, due vere e proprie leggende dell'equitazione italiana che hanno gareggiato e vinto nei più importanti circuiti mondiali. Due atleti la cui fama trascende i confini nazionali avendo segnato, con il loro stile, generazioni di cavalieri e appassionati.
Una carriera vissuta ai massimi livelli, gareggiando tra loro ancor prima che contro gli avversari, che li ha visti prendere parte a ben otto edizioni olimpiche nel lasso di tempo che va da Londra 1948 a MOntreal 1976; sempre in parallelo, così da alimentare una favola ancora ineguagliata nella storia dell'equitazione mondiale.
Un esempio di eccezionalità si ha in questo filmato che ritrae Piero D'Inzeo alle Olimpiadi che sta in sella al cavallo come niente fosse, anche se questo letteralmente si inginocchia

giovedì 25 novembre 2010

Volteggio

Stasera parliamo di volteggio, sulla scia della competizione giovanile che si è svolta di recente in Toscana. Ma cos'è il volteggio?

Il volteggio é uno sport equestre entrato a far parte delle discipline della F.I.S.E (Federazione Italiana Sport Equestri) dal 1993; Molto praticato, in altri paesi europei, rappresenta un approccio propedeutico fondamentale per avvicinarsi e conoscere il cavallo e costituisce un valido aiuto allo sviluppo armonico delle potenzialità psico-fisiche dei bambini e degli adolescenti, si effettua in un circolo con il cavallo guidato dal centro da un "longeur" attraverso una longia.. L'attività dei volteggiatori consiste nelle azioni di salita e discesa e in una serie di esercizi ginnici eseguiti sul cavallo in movimento.
IL cavallo è un vero protagonista, essere vivente e non attrezzo o tappeto e questo ci apre a tutta una tematica delle sue esigenze e della sua sensibilità che ci induce a considerare l'esigenza della massima leggerezza con cui vanno fatti tutti gli esercizi Esso diventa l'origine del movimento, ed il volteggio é proprio l'arte del movimento nel movimento..

Il cavallo deve avere un buon carattere ed essere ben addestrato, lavora sempre sotto la guida del "longeur- istruttore" e i ragazzi, che non devono preoccuparsi della sua conduzione, dedicano tutta l'attenzione a seguire il ritmo ed il movimento delle andature. A differenza degli altri sport equestri il cavallo non appartiene a nessun allievo è di tutti ed è un fondamentale componente della squadra I ragazzi imparano ad amarlo in modo naturale come compagno di squadra e di gioco, insieme lo preparano, pulendolo, facendolo passeggiare, facendosi accettare.
É attraverso tutte queste azioni che vengono vinti i timori, si instaura un rapporto di conoscenza e di rispetto tra cavalli e ragazzi, e si sviluppano quelle capacità motorie raffinate che sono alla base di tutte le discipline equestricarezze e con i piccoli premi e leccornie che ognuno porta da casa.

mercoledì 24 novembre 2010

Il salone del cavallo a Parigi

Dal 4 al 12 dicembre il salone del cavallo a Parigi, un appuntamento importante durante il quale si svolgerà il Gucci Master, i campionati mondiali del cavallo arabo e il master internazionale di volteggio oltre ai campionati giovanili di dressage: degli appuntamenti da tenere d'occhio!

Un'altra strage di cavalli

Ancora una strage di cavalli nel Sassarese. Tre equini di razza anglo-araba sono stati uccisi a colpi di fucile in un allevamento nelle campagne del Sassarese.

A denunciare il fatto è stato il proprietario. Sull'episodio, che segue quello del 12 novembre scorso all'ippodromo di Sassari, in cui furono sterminati sette cavalli da corsa di un allevatore di Gavoi, sono tuttora in corso le indagini dei carabinieri, che non tralasciano nessuna pista investigativa, neanche quella della vendetta nei confronti del proprietario. L'uomo, che ieri sera aveva raggiunto le stalle per accudire le bestie, ha raccontato di aver trovato i cavalli uccisi, abbattuti con un fucile caricato a pallettoni, nella sua stalla in località Pira Tunca, nelle campagne di Benetutti.

martedì 23 novembre 2010

Dressage a Stoccarda

Non solo salto ad ostacoli a Stoccarda. Nell'arena indoor gli spettatori sono sempre al caldo. Il campo prova è nell'arena a fianco in cui c'è libero accesso, mentre i cavalli sono alloggiati in altri locali riscaldati.
La stella del Gran Prix è stato Totilas che guidato da Edward Gal si è piazzato in testa con un 79,021%, veramente eccezionale per un cavallo così giovane
Nel Cdi invece ha primeggiato Augustin assieme all'amazzone austriaca Victoria MaxTheurer.
L'azzurra Valentina Truppa continua la sua serie di positive performance conquistando il quinto posto in sella all'indigeno Eremo del Castegno. 72,085% il giudizio ottenuto dal binomio italiano.

lunedì 22 novembre 2010

Corsa del galoppo

Nella corsa al galoppo il fantino per i primi 200 metri di corsa deve seguire la traiettoria derivante dal suo punto di partenza, tale distanza viene segnalata dal triangolo rosso con la scritta "200".
Tutti i concorrenti dovranno effettuare la corsa mantenendo l'andatura al galoppo, fatta eccezione per incidenti verificatisi in fase di arrivo.
Ogni fantino e' tenuto a mantenere sempre la propria linea di corsa, fatta eccezione per le prese di posizione e i sorpassi. Non si puo' tagliare la linea di corsa di un altro cavallo se non dopo averlo superato di almeno due lunghezze, i concorrenti sono tenuti a dare il massimo impegno in gara senza ostacolare in alcun modo la corsa dei prori avversari e rispettando integralmente il regolamento associato alla propria categoria.
Regole adatte ad una corsa nobile come quella a cavallo, basata sul rispetto degli altri cavalieri e sulla sportività. Certo una corsa di origini antiche e ancora un po' distante dal rispetto dovuto al cavallo lanciato al massimo senza risparmiargli frustate per stimolare la velocità.

domenica 21 novembre 2010

Rolex Fei World Cup a Stuggart

Carsten Otto-Nagel in sella alla grigia Corradina si è aggiudicato la vittoria della tappa della Rolex Fei World Cup di Stoccarda con un giro velocissimo in un barrage al quale hanno preso parte ben 13 binomi.
Un doppio netto in 35,0 secondo gli ha assicurato il primo posto davanti al connazionale Marcus Ehning e Noltes Kuechengirl che si sono visti sfumare il successo per soli 10 centesimi di secondo.
Carsten-Otto Nagel ha concluso il barrage senza errori e con il tempo di 35 secondi esatti. Davanti a 7.000 spettatori entusiasti è stato il quarantottenne ad aggiudicarsi l'altra Marcedes in palio, Mercedes-Benz ML 300 D-road del valore di 54.000€, dopo quella conquistata da "MMB", come ormai viene confidenzialmente chiamata Meredith Michaels-Beerbaum.
Dalle dichiarazioni rilasciate dal campione trapela una personalità modesta, semplice e un po' riservata ma, spesso, per essere dei veri campioni occorre avere più feeling con i cavalli che non con le persone.

sabato 20 novembre 2010

La corsa al trotto

Una delle corse in cui conta la velocità è quella al trotto cui si riferiscono scommesse e si corrono negli ippodromi.
La specialita' trotto viene corsa sulla sinistra, cio' significa in senso anti-orario, il fantino e' dotato di un sellino con le ruote (sulky), trainato dal cavallo, le ruote del sulky devono avere le protezioni in plastica, di colore bianco neutro.
Le corse si effettuano con un numero minimo di 5 partenti, fatta eccezione per i casi di corse di "categoria".
I guidatori devono correre a fondo e far mantenere al cavallo l'andatura di trotto, rimetterlo al trotto immediatamente nel momento che stia avanzando o guadagnando posizioni galoppando (rompe o si mette d'ambio), in ogni modo ogni guidatore deve condurre la corsa in base alla categoria e le capacita' del cavallo.

giovedì 18 novembre 2010

Il concorso completo

Ecco una disciplina nota a pochi, molto impegnativa per cavallo e cavaliere: il completo.
La pratica del Concorso Completo richiede da parte del cavaliere esperienza e versatilità in tutte le discipline equestri in proporzione alla prova da affrontare, ed una precisa conoscenza delle possibilit`a del proprio cavallo, presentandolo con un buon livello di preparazione psicofisica, risultato di un addestramento valido e di un allenamento razionale.
Il Concorso Completo di Equitazione comprende tre distinte prove nelle quali il cavaliere monta lo stesso cavallo:
• una prova di Dressage, che sarà sempre disputata per prima.
• una prova di Cross Country, che potrà essere disputata come seconda o terza Prova
• una prova di Salto Ostacoli, che potrà essere disputata come seconda o terza Prova
In linea di principio la prova di Cross Country dovrà essere sempre la più importante delle tre prove del Concorso Completo. Ma le difficoltà tecniche delle prove di Dressage e di Salto Ostacoli dovranno concorrere in sostanziale equilibrio fra loro e la prova di Cross Country affinché risultino più competitivi i binomi che riescono a primeggiare in tutte e tre le prove.

mercoledì 17 novembre 2010

Salto ad ostacoli

La specialità più nota e con un grande impatto tra le discipline equestri è il salto ad ostacoli
Nonostante l’abilità nel superare gli ostacoli fosse decisiva nella caccia e nel trasporto, il salto ad ostacoli costituisce una disciplina equestre di recente istituzione, ammessa alle Olimpiadi solo nel 1912.
I cavalli sono per indole indotti a saltare gli ostacoli, ma farlo con il cavaliere in groppa è un discorso differente: per questo è necessario che il binomio cavallo-cavaliere risulti molto ben affiatato e, soprattutto, che chi monta riesca ad evitare che il proprio peso possa impedire o rendere difficoltosa l’esecuzione di un salto.
I migliori cavalli saltatori possiedono, come requisito fisico fondamentale, stinchi e tendini particolarmente robusti ed allungati.
Inoltre, il dorso deve presentarsi slanciato e non corto, mentre gli arti posteriori hanno una struttura muscolare importante e giunture molto elastiche.
Il salto consiste in 4 fasi distinte da eseguire in rapida successione, l’approccio, lo stacco, la sospensione e l’atterraggio.
Per fare in modo che il cavallo non si arresti istintivamente di fronte all’ostacolo, il cavaliere lo sollecita usando le gambe e, mentre avviene lo stacco, allunga le braccia per far sì che il cavallo possa distendere pienamente il collo.
Nell’attimo precedente il salto, il cavallo abbassa la testa per valutare al meglio la distanza che lo separa dall’ostacolo: a questo punto il cavaliere esercita una leggere pressione sul morso e il cavallo risolleva la testa, raggruppa gli anteriori e i posteriori, caricandovi il peso, e spicca il salto.
Il cavaliere in questa fase deve spostare contemporaneamente il peso del proprio corpo e assecondare il movimento del cavallo.
Infine, il cavallo stende in avanti gli anteriori e, dopo aver toccato terra, solleva la testa per riequilibrarsi e prepararsi al contraccolpo derivante dall’atterraggio degli arti posteriori, quindi riprende il galoppo, preparandosi per l’eventuale successivo salto.
Fra gli ostacoli, quelli semplici sono quelli che è possibile superare con un solo salto.
Le gabbie, invece, rientrano fra gli ostacoli composti, molto vicini fra loro e da superare in rapidissima successione.
Oltre alla gabbia – che richiede due salti consecutivi – esiste la doppia gabbia, con tre salti successivi .
Gli ostacoli composti da elementi posti tutti sullo stesso piano verticale prendono il nome di dritti, come la staccionata, il cancello, il muro.
Particolarmente impegnativi risultano anche l’oxer – ostacolo largo con le barriere intervallate da siepi e arbusti, di altezza uguale o crescente –, e la triplice – largo composto da tre dritti, di altezza via via maggiore nella direzione di superamento dell’ostacolo – della quale esiste anche la variante denominata hog back – tre dritti con l’elemento più alto posto al centro –.
La riviera, infine, fra gli ostacoli più pittoreschi di ogni concorso ippico, consiste in uno specchio d’acqua largo fra i 2 e i 4 mt e profondo non più di 15 cm.

martedì 16 novembre 2010

Dressage

Una disciplina un po' d'elite nell'equitazione è il dressage, disciplina che merita di essere conosciuta per il suo scopo di perfezione nei movimenti ma soprattutto per l'armonia che deve regnare tra cavallo e cavaliere. Ecco alcune reogle di base:
-Il Dressage ha per scopo lo sviluppo armonioso dell'organismo e dei mezzi del cavallo. Di conseguenza rende il cavallo calmo, morbido, sciolto e flessibile, ma
anche fiducioso, attento e perspicace, realizzando così una perfetta intesa con il proprio cavaliere.
-Queste qualità si manifestano attraverso:
a) la franchezza e la regolarità delle andature;
b) l'armonia, la leggerezza e la facilità dei movimenti;
c) la leggerezza dell'anteriore e l'impegno dei posteriori, origine di un impulso sempre pronto;
d) la sottomissione all'imboccatura senza alcuna tensione e resistenza, cioè in totale decontrazione.
- Il cavallo dà così l'impressione di lavorare di sua iniziativa. Fiducioso e attento, si affida generosamente alle richieste del suo cavaliere, rimanendo assolutamente diritto durante tutti i movimenti in linea retta e adattando la sua incurvatura alla curvatura delle altre linee.
- Il suo passo è regolare, franco e disinvolto. Il suo trotto è libero, elastico, regolare, sostenuto e attivo. Il suo galoppo è regolare, leggero e cadenzato. Le sue
anche debbono mostrarsi attive in ogni circostanza. Al minimo richiamo del cavaliere si animano e animano con la loro azione tutte le altre parti del cavallo.
-Grazie all'impulso sempre pronto e alla scioltezza delle articolazioni, non irrigidite da alcuna resistenza, il cavallo ubbidisce volentieri e senza esitazioni, con calma e precisione alle differenti azioni degli aiuti, manifestando un equilibrio naturale e armonioso, sia fisico che psicologico.

lunedì 15 novembre 2010

Ski joering

Lo Ski-joering è una specialità sportiva a metà tra lo sci e le discipline equestri, anche se c'è anche una forma simile svolta con l'ausilio de cani. Si pratica con un cavallo o un pony che traina lo sciatore grazien ad un attacco rigido.
Gli sci non possono essere più lunghi di 1,50 m per non disturbare il cavallo. i pratica su neve pressata, sulle piste o talvolta su sentieri. Questa disciplina è adatta sia a sciatori che a cavalieri o amazzoni.
Le origini di questa disciplina risalgono al 2500 a.C., data in cui si trovano le prime tracce in Svezia di una pratica chiamata "Shorekjoring", antenato dello skijoering, che allora era un mezzo di locomozione. All'inizio, questa attività era praticata da persone che associavano una necessità di lavoro, di spostamento o di divertimento con il cavallo e gli sci.
L'evoluzione di questa pratica è stata sempre più verso il piacere e la competizione. A livello sportivo, lo sviluppo maggiore è stato da parte degli Svizzeri all'inizio del XX secolo sia per scopi agonistici che per scopi turistici. I siti più importanti per la pratica dello Skijoering si trovano soprattutto a Saint Moritz.

domenica 14 novembre 2010

L'origine del cavallo

I cavalli sono originari del nordamerica giudicando dai ritrovamenti fossili; in seguito ad una glaciazione, presumibilmente l'ultima, sono migrati attraverso lo stretto di Bering in Asia e da qui in Europa ed Africa. Vicissitudini nel continente americano hanno determinato la scomparsa dei cavalli dal territorio d'oltreoceano: sono stati poi riportati dagli Europei dopo la scoperta dell'America. In Asia si è avuto lo sviluppo fisico del cavallo che  si è adattato alla conformazione attuale, in Africa l'adattamento ha fatto nascere le zebre, mentre in Europa a seguito della forte antropizzazione i cavalli selvaggi sono scomparsi in fretta, mentre sono stati sempre utlizzati a servizio dell'uomo.
Nonostante li abbiano visti come animali nuovi, i pellerossa hanno superato velocemente gli Europei nell'entrare in sintonia con i cavalli, probabilmente perché erano molto più in sintonia con la natura

sabato 13 novembre 2010

Cavalli in libertà

Cavalli liberi in un recinto... per chi ama i cavalli una delle immagini più belle...
la potenza, la velocità e la bellezza dell'animale così come in natura. E l'animale poi torna da solo da colui di cui si fida

venerdì 12 novembre 2010

Horse factor

Il reality "Horse Factor", sponsorizzato dall'UNIRE, partito da Varese arriva a Casorate Sempione.
I dieci giovani candidati alla finale di Horse Factor, primo reality show del mondo dell'equitazione, dopo aver superato prove di abilità ed educazione equestre, parteciperanno ad uno stage tenuto dal cavaliere Paolo Valentini presso la scuderia San Gallo nei giorni 13 e 14 novembre e si confronteranno in prove di salto ad ostacoli.
Chiunque può assistere alle prove che saranno trasmesse sul canale 220 di Sky in programmazione nelle prossime settimane.
Il reality viene trasmesso ogni mercoledì dalle ore 20,45 sul predetto canale Sky ed in pillole quotidiane di 15 minuti alle ore 20,00.
Ma qual è l'idea alla base di Horse Factor? 20 giovani, tra amazzoni e cavalieri, fra i 18 e i 21 anni, dovranno convivere insieme, per due settimane, cimentarsi in lezioni teoriche e pratiche, in allenamenti, in competizioni individuali e in squadra, guidati da un gruppo di docenti di eccellenza. Le telecamere quindi, per la prima volta in assoluto, studieranno le emozioni e i sentimenti più intimi che animano i giovani che praticano questo meraviglioso sport.

L’aspetto strettamente equestre si coniugherà con tutti quegli elementi umani generati dalla convivenza, dallo stress competitivo e, più in generale, dalla grande passione che caratterizza il loro agire.

Certo non mancherà, in questo programma, una forte “emozione” ambientale, poiché si svolgerà in uno dei corner equestri di maggior fascino in Lombardia: presso le Scuderie del Mustonate Equestrian Center, su di un altopiano affacciato sul lago di Varese, con sfondo del Monte Rosa ancora innevato, un cultore appassionato degli sport equestri ha voluto creare un villaggio tutto dedicato al mondo dei cavalli.

giovedì 11 novembre 2010

Ancora sulla doma dolce

In tempi più recenti si è sviluppata, e progressivamente diffusa, una tecnica alternativa: la “doma dolce”, conosciuta anche come “doma gentile” o “doma etologica”.
Le varianti sono numerose anche nel caso della doma dolce, ma il comune denominatore è il tentare di comunicare col cavallo, rispettandone i suoi tempi ed i suoi meccanismi d’apprendimento.
La doma gentile non vuole certo far passare il concetto che il cavallo sia felice di indossare i finimenti e di portare a spasso un suo antico predatore sulla schiena.
La doma dolce vuole però dimostrare come imparando a comunicare col cavallo in maniera per lui comprensibile si arrivino ad ottenere ottimi risultati senza alcun ricorso alla violenza.
Alla base della doma dolce c’è lo sfruttare la naturale tendenza alla gregarietà del cavallo.
Il cavallo infatti è portato a vivere in branco e a riconoscere un ruolo di guida allo stallone dominante.
L’uomo attraverso la doma gentile tende a farsi riconoscere il ruolo di guida, di capobranco.
Una volta compiuta questa accettazione, il cavallo sarà naturalmente incline a seguire ogni indicazione proveniente dall’uomo.

mercoledì 10 novembre 2010

La doma dolce

 Il primo a parlare di un addestramento “gentile”, che fosse privo di dolore per i cavalli, probabilmente è stato Senofonte. Suo infatti è un famoso trattato sull’equitazione, composto nel 350 Avanti Cristo, che diceva come fosse indispensabile il benessere e la tranquillità del cavallo anche ai fini del rendimento del lavoro di quest’ultimo.
Il primo a teorizzare un vero e proprio Sistema Naturale di Equitazione, fu tuttavia il capitano di cavalleria Federico Caprilli, livornese, vissuto tra il XIX e il XX secolo. Nella sua lunga esperienza militare, Caprilli si rese conto che se il cavaliere era in grado di non ostacolare i movimenti del cavallo quest’ultimo si dimostrava infinitamente più rilassato e disponibile all’interazione col proprio addestratore. Nel giro di pochissimo tempo, grazie alla straordinaria efficacia del suo Sistema, i metodi di Caprilli furono adottati dalle più importanti cavallerie del mondo. Al giorno d’oggi tra i più grandi portavoce e insegnanti dei metodi della doma gentile ci sono senz’altro lo statunitense Monty Roberts e l’inglese Kelly Marks, oltre all’americano Pat Parelli, molto conosciuto e apprezzato in tutta Europa.
Alla fine degli anni ’80, il metodo Roberts conobbe una strepitosa diffusione prima in Inghilterra e poi nel resto del mondo. Nel 1989, infatti, Roberts ebbe il compito di formare il personale delle scuderie reali inglesi. In quell’occasione la regina Elisabetta II d’Inghilterra fu così colpita dalle metodiche e dalle potenzialità delle tecniche di doma gentile che provvide a organizzare una lunga serie di incontri dimostrativi in tutto il Regno Unito.

martedì 9 novembre 2010

Il linguaggio dei cavalli

Tutti gli appassionati di cavalli, qualsiasi specialità frequentino, sono gravemente ammalati di un morbo inguaribile: l'amore per il cavallo.
Ma i modi di esprimere questa passione sono molto diversi a seconda della cultura, dell'esperienza e della sensibilità degli interessati.
Quindi è facile, per chi vi dedichi un po’ di interesse, comprendere il linguaggio del cavallo.  Egli ci comunica irritazione con le orecchie portate indietro, fastidio con la coda se la ruota in continuazione;  il suo corpo mostra pelo lucido e muscolatura tonica se lavora in modo giusto. 
E’ di particolare importanza, per valutarne lo stato psicologico, il suo comportamento quando andiamo a prenderlo  nel box per affrontare il lavoro quotidiano.  Dovrebbe attenderci di buon umore ed impaziente di uscire.  In caso contrario, c’è qualcosa che non va.  Se è sdraiato, è stanco.  Se ci presenta il posteriore, associa il lavoro a qualche dolore.
Durante il lavoro, tutte le difese sono dovute a dolori piccoli e grandi: bisogna tenere nel debito conto che il cavallo ha una capacità di sopportazione del dolore molto superiore alla nostra. Un cavaliere degno di questo nome, deve saper risalire dagli effetti alle cause. 
Se un cavallo scalcia, è per liberarsi da un fastidio,  è la risposta ad un dolore.
Il funzionamento della struttura meccanica del cavallo dipende da quello delle sue “cerniere”,  che, a loro volta, possono funzionare se è corretto l’uso che il cavallo fa della sua linea dorsale.  Quando le cerniere funzionano, il cavallo ha facilità a trovare l’equilibrio ed a raccogliersi. Quando è raccolto,  è all’ascolto del suo cavaliere che può comandarlo con la semplice ed invisibile azione del peso del corpo.
Nelle categorie delle sei barriere, possiamo osservare quanti cavalli non sanno usare né la linea dorsale, né le cerniere e, di conseguenza, saltano a quattro gambe facendo degli sforzi terribili ed innaturali.
Non è questa l’Equitazione! 
Essa è invece l’arte di comunicare con il nostro cavallo: un amico fraterno, non uno strumento per l’affermazione delle nostre ambizioni.

domenica 7 novembre 2010

Le origini del cavallo

I presunti progenitori del cavallo sono apparsi sulla terra circa 55 milioni di anni fa. Gli evoluzionisti hanno una buona conoscenza del processo evolutivo che ha portato alla specie attuale (vedi anche Evoluzione del cavallo). Gli studi sui fossili dimostrano che il probabile progenitore dell'odierno cavallo (Hyracotherium) era alto non più di 30-40 cm al garrese ed i suoi arti avevano almeno 4 dita; il suo ambiente era la foresta ed aveva una dentatura di tipo onnivoro. Durante il processo evolutivo, i suoi discendenti si adattavano progressivamente alla condizione di erbivori stretti e alla vita nelle praterie; la statura aumentava, gli arti diventavano più lunghi, diminuiva il numero delle dita e i denti si modificavano progressivamente aumentando in lunghezza e nei caratteri della superficie masticatoria. Il cavallo odierno, Equus caballus, e gli altri appartenenti del genere Equus poggiano sull'unico dito rimastogli: il medio. In America, il cavallo si estinse in epoca preistorica, contemporaneamente ad altri grandi mammiferi; fra le ipotesi per tali estinzioni, il disturbo antropico costituito dalla caccia da parte dell'uomo. Sopravvissuto in Europa e Asia, la prima evidenza storica dell'addomesticamento del cavallo si ha in Asia Centrale verso il 3000 a.C. Un progenitore dei cavalli attuali è considerato il tarpan, un cavallo selvatico europeo ufficialmente estinto nel 1876.
I primi responsabili dell'addomesticamento delle mandrie di cavali furono probabilmente i popoli nomadi che vivevano sulle rive nel Mar Caspio e del Mar Nero; tuttavia è logico ritenere che il fenomeno si sia verificato contemporaneamente anche altrove in Eurasia, nelle località in cui questi animali erano presenti.
Si pensa che le tribù nomadi abbaino iniziato la loro attività di pastori con greggi di pecore, capre e renne, più facilmente addomesticabili, e che in seguito la loro attenzione si sia concentrata sui cavalli in base a considerazioni pratiche.
Dapprima i cavalli venivano tenuti in mandrie come i bovini: la loro carne era usata come cibo, le pelli servivano a costruire tende e confezionare vestiti e gli escrementi essiccati fungevano da combustibile. Le femmine fornivano latte. Col tempo gli spostamenti delle tribù divennero più agevoli grazie all'utilizzazione dei soggetti più tranquilli per il trasporto delle masserizie. come naturale conseguenza uomini e donne incominciarono a montare a cavallo per poter guidare le mandrie più facilmente.
Con lo sviluppo dell'agricoltura i cavalli ebbero un'alimentazione migliore, aspetto che, insieme all'incrocio selettivo, produsse animali più grossi, robusti e veloci. Queste qualità erano richieste soprattutto in combattimento e per i trasporti, oltre che, naturalmente, per le competizioni sportive, che si tenevano negli anfiteatri grechi e romani.
mai ell'antinchità, i cavalli furono impiegati nell'agricoltura o per lavori umili: erano considerati animali troppo nobili, tanto che per compiti di questo tipo si utilizzavano buoi.
Il possesso di un cavallo assicurava mobilità ,significava la possibilità di creare e diffondere la civiltà e spesso cambiava il volto della società e il sistema di vita.