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sabato 27 settembre 2014

Tecnica per la cura del cavallo

Legare il cavallo nel box, o, se possibile ai due venti in scuderia, per poter girare intorno al cavallo in tutta tranquillità. 

Striglia - massaggiare tutto il mantello con la striglia, particolare "raspa" in ferro o gomma di forma ovale dotata di dentellatura. Cominciando dal collo, con un movimento circolare della mano, scendendo piano piano lungo il corpo e le zampe, fino al ginocchio, facendo attenzione che sotto la pancia il cavallo potrebbe soffrire il solletico. La striglia va pulita ogni tanto battendola leggermente contro la parete per far cadere a terra lo sporco raccolto. 

Bruscone, grande spazzola con setole in radica o sintetiche. Dopo la striglia il manto del cavallo va spazzolato energicamente sempre partendo dal collo.

Ogni tanto il bruscone va strofinato energicamente contro la striglia per ripulirlo. 

Spazzola morbida ha il compito di eliminare i residui di sporco e lucidare il pelo e si utilizza col movimento circolare utilizzato con la striglia e il bruscone. 

La testa va pulita con delicatezza, evitando la zona intorno agli occhi, passando prima il bruscone e poi la spazzola per finire con una spugna inumidita per pulire la zona degli occhi, del naso e della bocca.

Spugnaper la pulizia del cavallo servono due spugne diverse una per il muso e l'altra per i genitali.

Quindi con una spugna pulire con delicatezza i genitali, sollevando la coda. 

Per ciuffo e criniera usare una spazzolina in plastica di quelle comunemente usate per i capelli.

Coda, per non strappare e rovinare di crini della coda durante la pulizia, è necessario dividere la coda in tante piccole ciocche per spazzolarle poco alla volta, dopo aver cosparso la coda con un balsamo districante e lucidante per sciogliere i nodi e rendere i crini morbidi. 

Lucidatura , l'ultimo tocco del grooming è la lucidatura del mantello. Spruzzare il lucidante per pelo su uno straccio di lana e passarlo in un ultimo massaggio circolare su tutto il mantello.

martedì 23 settembre 2014

cura giornaliera del cavallo



La pulizia quotidiana del cavallo serve a eliminare le incrostazioni di sudore che si formano nella zona della sella e delle cinghie del sottopancia ed i residui di fango o sabbia, che, se non rimossi potrebbero causare escoriazioni, dette fiaccature. 

Compiendo le quotidiane operazioni di pulizia svolgiamo anche un massaggio benefico sul mantello e sui muscoli sottostanti (sotto il mantello, scorrono i "muscoli pellicciai" che il cavallo utilizza abitualmente per scacciare le mosche con la vibrazione del mantello che tutti notiamo) stimolando la circolazione dei vasi sanguigni e riscaldando la muscolatura.

La pulizia del piede è fondamentale per la buona salute dell'unghia che, se trascurata a lungo, rischierebbe addirittura di imputridire.

Bisogna ripulire regolarmente gli zoccoli dai residui di lettiera, terra e sabbia, almeno due volte al giorno, prima e dopo il lavoro. 

Oltre che per mantenere sano il piede del cavallo, è un modo per verificare che non ci siano sassolini, vetri o altri corpi estranei incastrati tra l'unghia e il ferro e che i tessuti del piede non siano troppo molli o eccessivamente secchi.

Usando il nettapiedi, l'apposito attrezzo in ferro o plastica dotato di impugnatura con la parte terminale a uncino, togliere dagli zoccoli i residui di terra e sabbia e cospargere lo zoccolo con grasso idratante ed emolliente per le unghie, utilizzando un pennello. 

Il grasso va applicato due volte la settimana, ma d'estate, quando il cavallo viene sottoposto a frequenti lavaggi e a docce rinfrescanti, o se andando in campagna si attraversino pozzanghere e corsi d'acqua, è necessario applicare il grasso più spesso per evitare che l'unghia si screpoli.

lunedì 22 settembre 2014

Chi è il cavallo? Vive bene nei box?

Chi è veramente il cavallo? A questa domanda non è semplice rispondere: «Della mente del cavallo sappiamo pochissimo  l’abbiamo sempre considerato una sorta di motocicletta, un animale addestrato a rispondere meccanicamente ai nostri comandi». E studiare questi equini in condizioni davvero naturali non è facile. I cavalli che vediamo galoppare liberi e selvaggi nei film western, come in Gli spostati, di John Huston (1961) in realtà non sono animali selvatici, ma rinselvatichiti. Erano animali domestici che sono scappati, o sono stati abbandonati e sono tornati alla vita naturale. Perché i veri cavalli selvatici, in America, si sono estinti circa 10.000 anni fa, probabilmente per colpa dell’uomo. 
Furono poi gli Spagnoli, nel XVI secolo, a riportare i cavalli in quelle terre e quelli che vediamo nei film sono i loro discendenti. 
In Europa l'estinzione è più recente: il cavallo di Przewalski – una specie rimasta selvatica - si è estinto negli anni ’50
Purtroppo molto spesso negli allevamenti i cavalli sono trattati in modo tale da non assecondare le loro esigenze etologiche: spesso vengono strappati troppo presto alla madre e vivono in isolamento nei box mangiando solo due volte al giorno (invece che per tutta la giornata come farebbero in libertà). Questo può portare a diversi problemi comportamentali: tic, vizi, stereotipie. Come il cosiddetto “ticchio di appoggio”, ovvero appoggiare gli incisivi superiori sulla staccionata, il ticchio aerofagico (aspirare continuamente aria), fare il “ballo dell’orso”, girare in cerchio, battere continuamente il terreno con una delle zampe anteriori e così via.



Per migliorare la salute – soprattutto “psicologica” - di questi animali, sarebbe opportuno rendere più confortevoli le condizioni di vita negli allevamenti. A cominciare dal tempo che passano chiusi nei box. 

martedì 9 settembre 2014

Cavalli in branco

Il cavallo allo stato brado tende ad associarsi a suoi simili e a costituire branchi.
La vita in branco comporta seguire precise regole di vita, che sono fondamentali per assicurare la sicurezza, la stabilità, e la sopravvivenza del branco stesso.
La piccola società che si crea all’interno di un branco non è assolutamente paritaria.
Esiste invece una ben precisa gerarchia sociale, con un leader, e dove i soggetti più grandi, forti, e anziani dominano gerarchicamente gli altri soggetti.
Le dinamiche sociali di un branco di cavalli sono molto simili a quelle umane.
Anche tra i cavalli, i puledri tendono a stare insieme tra di loro (al pari dei nostri teenager).
Come pure si sviluppano relazioni a due, molto simili alla nostra “amicizia”, che non sono assolutamente legate a motivazioni sessuali.