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mercoledì 17 novembre 2010

Salto ad ostacoli

La specialità più nota e con un grande impatto tra le discipline equestri è il salto ad ostacoli
Nonostante l’abilità nel superare gli ostacoli fosse decisiva nella caccia e nel trasporto, il salto ad ostacoli costituisce una disciplina equestre di recente istituzione, ammessa alle Olimpiadi solo nel 1912.
I cavalli sono per indole indotti a saltare gli ostacoli, ma farlo con il cavaliere in groppa è un discorso differente: per questo è necessario che il binomio cavallo-cavaliere risulti molto ben affiatato e, soprattutto, che chi monta riesca ad evitare che il proprio peso possa impedire o rendere difficoltosa l’esecuzione di un salto.
I migliori cavalli saltatori possiedono, come requisito fisico fondamentale, stinchi e tendini particolarmente robusti ed allungati.
Inoltre, il dorso deve presentarsi slanciato e non corto, mentre gli arti posteriori hanno una struttura muscolare importante e giunture molto elastiche.
Il salto consiste in 4 fasi distinte da eseguire in rapida successione, l’approccio, lo stacco, la sospensione e l’atterraggio.
Per fare in modo che il cavallo non si arresti istintivamente di fronte all’ostacolo, il cavaliere lo sollecita usando le gambe e, mentre avviene lo stacco, allunga le braccia per far sì che il cavallo possa distendere pienamente il collo.
Nell’attimo precedente il salto, il cavallo abbassa la testa per valutare al meglio la distanza che lo separa dall’ostacolo: a questo punto il cavaliere esercita una leggere pressione sul morso e il cavallo risolleva la testa, raggruppa gli anteriori e i posteriori, caricandovi il peso, e spicca il salto.
Il cavaliere in questa fase deve spostare contemporaneamente il peso del proprio corpo e assecondare il movimento del cavallo.
Infine, il cavallo stende in avanti gli anteriori e, dopo aver toccato terra, solleva la testa per riequilibrarsi e prepararsi al contraccolpo derivante dall’atterraggio degli arti posteriori, quindi riprende il galoppo, preparandosi per l’eventuale successivo salto.
Fra gli ostacoli, quelli semplici sono quelli che è possibile superare con un solo salto.
Le gabbie, invece, rientrano fra gli ostacoli composti, molto vicini fra loro e da superare in rapidissima successione.
Oltre alla gabbia – che richiede due salti consecutivi – esiste la doppia gabbia, con tre salti successivi .
Gli ostacoli composti da elementi posti tutti sullo stesso piano verticale prendono il nome di dritti, come la staccionata, il cancello, il muro.
Particolarmente impegnativi risultano anche l’oxer – ostacolo largo con le barriere intervallate da siepi e arbusti, di altezza uguale o crescente –, e la triplice – largo composto da tre dritti, di altezza via via maggiore nella direzione di superamento dell’ostacolo – della quale esiste anche la variante denominata hog back – tre dritti con l’elemento più alto posto al centro –.
La riviera, infine, fra gli ostacoli più pittoreschi di ogni concorso ippico, consiste in uno specchio d’acqua largo fra i 2 e i 4 mt e profondo non più di 15 cm.

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