I presunti progenitori del cavallo sono apparsi sulla terra circa 55 milioni di anni fa. Gli evoluzionisti hanno una buona conoscenza del processo evolutivo che ha portato alla specie attuale (vedi anche Evoluzione del cavallo). Gli studi sui fossili dimostrano che il probabile progenitore dell'odierno cavallo (Hyracotherium) era alto non più di 30-40 cm al garrese ed i suoi arti avevano almeno 4 dita; il suo ambiente era la foresta ed aveva una dentatura di tipo onnivoro. Durante il processo evolutivo, i suoi discendenti si adattavano progressivamente alla condizione di erbivori stretti e alla vita nelle praterie; la statura aumentava, gli arti diventavano più lunghi, diminuiva il numero delle dita e i denti si modificavano progressivamente aumentando in lunghezza e nei caratteri della superficie masticatoria. Il cavallo odierno, Equus caballus, e gli altri appartenenti del genere Equus poggiano sull'unico dito rimastogli: il medio. In America, il cavallo si estinse in epoca preistorica, contemporaneamente ad altri grandi mammiferi; fra le ipotesi per tali estinzioni, il disturbo antropico costituito dalla caccia da parte dell'uomo. Sopravvissuto in Europa e Asia, la prima evidenza storica dell'addomesticamento del cavallo si ha in Asia Centrale verso il 3000 a.C. Un progenitore dei cavalli attuali è considerato il tarpan, un cavallo selvatico europeo ufficialmente estinto nel 1876.
I primi responsabili dell'addomesticamento delle mandrie di cavali furono probabilmente i popoli nomadi che vivevano sulle rive nel Mar Caspio e del Mar Nero; tuttavia è logico ritenere che il fenomeno si sia verificato contemporaneamente anche altrove in Eurasia, nelle località in cui questi animali erano presenti.
Si pensa che le tribù nomadi abbaino iniziato la loro attività di pastori con greggi di pecore, capre e renne, più facilmente addomesticabili, e che in seguito la loro attenzione si sia concentrata sui cavalli in base a considerazioni pratiche.
Dapprima i cavalli venivano tenuti in mandrie come i bovini: la loro carne era usata come cibo, le pelli servivano a costruire tende e confezionare vestiti e gli escrementi essiccati fungevano da combustibile. Le femmine fornivano latte. Col tempo gli spostamenti delle tribù divennero più agevoli grazie all'utilizzazione dei soggetti più tranquilli per il trasporto delle masserizie. come naturale conseguenza uomini e donne incominciarono a montare a cavallo per poter guidare le mandrie più facilmente.
Con lo sviluppo dell'agricoltura i cavalli ebbero un'alimentazione migliore, aspetto che, insieme all'incrocio selettivo, produsse animali più grossi, robusti e veloci. Queste qualità erano richieste soprattutto in combattimento e per i trasporti, oltre che, naturalmente, per le competizioni sportive, che si tenevano negli anfiteatri grechi e romani.
mai ell'antinchità, i cavalli furono impiegati nell'agricoltura o per lavori umili: erano considerati animali troppo nobili, tanto che per compiti di questo tipo si utilizzavano buoi.
Il possesso di un cavallo assicurava mobilità ,significava la possibilità di creare e diffondere la civiltà e spesso cambiava il volto della società e il sistema di vita.
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