Furono poi gli Spagnoli, nel XVI secolo, a riportare i cavalli in quelle terre e quelli che vediamo nei film sono i loro discendenti.
In Europa l'estinzione è più recente: il cavallo di Przewalski – una specie rimasta selvatica - si è estinto negli anni ’50
Purtroppo molto spesso negli allevamenti i cavalli sono trattati in modo tale da non assecondare le loro esigenze etologiche: spesso vengono strappati troppo presto alla madre e vivono in isolamento nei box mangiando solo due volte al giorno (invece che per tutta la giornata come farebbero in libertà). Questo può portare a diversi problemi comportamentali: tic, vizi, stereotipie. Come il cosiddetto “ticchio di appoggio”, ovvero appoggiare gli incisivi superiori sulla staccionata, il ticchio aerofagico (aspirare continuamente aria), fare il “ballo dell’orso”, girare in cerchio, battere continuamente il terreno con una delle zampe anteriori e così via.
Per migliorare la salute – soprattutto “psicologica” - di questi animali, sarebbe opportuno rendere più confortevoli le condizioni di vita negli allevamenti. A cominciare dal tempo che passano chiusi nei box.
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